Di corsa, of course!

Stasera, dopo molto tempo (troppo!), ho trovato il coraggio di affrontare di petto la pigrizia, svestire i comodi panni del “pantofolaio” per una tenuta più adatta, calzare scarpe da ginnastica ed andare a correre.

In tutto, corsa, stretching e qualche addominale (o forse qualcosa di lontanamente assomigliante), ho impiegato 45-50 minuti del tempo che, tra il rientro dal lavoro e la cena, di solito uso per cazzeggiare tra social network, riviste, la (sacrosanta) seduta al bagno e chiacchiere varie con amici e/o parenti. Devo confessare che sono soddisfatto per aver investito questi pochi minuti in un’attività fisica che ormai non faccio da quasi un anno.

Con le cuffie piantate nelle orecchie mentre tentavo di praticare un’andatura costante, somigliante il più possibile alla corsa, ho realizzato con piacere che stavo provando una sensazione di pace e di liberazione. Chiaramente ero stanco, ansimante, dolorante, ma riuscivo incredibilmente a percepire il mio corpo come di un’unica entità, non più di un fisico e di un cervello, che ormai dopo i 30 anni spesso non rispondono l’uno dell’altro, ma ho riscoperto una sorta di tutt’uno.

Correvo da solo (perché anche se c’è altra gente, quando sono senza occhiali ed ho la musica nelle orecchie è come se fossi realmente da solo) e sono riuscito a staccare veramente il cervello: niente pensieri, niente preoccupazioni, solo i miei passi regolari, il mio respiro affannato.

La corsa di oggi è stato un momento solo per me. Un’attività preziosa che mi sono dedicato. Un ritaglio di giornata dove non ero costretto a pensare, vedere, capire, agire, scegliere, leggere, parlare, … Mentre correvo ero tranquillo e rilassato. E anche se so di per certo che domani avrò dolori a tutte le parti del corpo, ripensando alla sensazione che ho provato oggi correndo, nessuno mi toglierà un sorrisetto dalla bocca.

 

So che non è la musica più adatta per correre, ma questa mi ha aiutato a resistere…

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