Change the Game: le tecnologie cambiano le regole del gioco per affrontare un futuro digitale

Change the Game: le tecnologie cambiano le regole del gioco per affrontare un futuro digitale

Alla fine non si è trattato assolutamente di un ‘pesce d’aprile’! Lo scorso 1° aprile, sono stato ospite di Noovle, a Milano, per l’evento “Change the Game“: quando la tecnologia digitale diventa il motore dell’innovazione e del cambiamento culturale.

Nel moderno spazio Edit, in zona Garibaldi, Noovle ha invitato numerosi testimoni della rivoluzione tecnologica del nostro Paese (e non soltanto), esperti di organizzazione strategica e alcuni degli innovatori che hanno accettato la sfida che la tecnologia digitale ci pone quotidianamente, come ad esempio i responsabili dei servizi Google Cloud e Google for Work.

Ad alternarsi sul palco, durante la sessione plenaria della mattina: il professor Giuliano Noci, ordinario di Marketing al Politecnico di Milano; il professor Luciano Lenzini, ordinario di Reti di Calcolatori presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università degli Studi di Pisa; Barak Regev, Head of EMEA Cloud Practice di Google; Fabio Fregi, Italy Country Manager of Google for Work e Piergiorgio De Campo insieme a Paolo Vannuzzi, rispettivamente Presidente e CEO di Noovle.

Il prof. Noci ha aperto “Change the Game” parlando di Digital Transformation e di come la crisi economica stia, in realtà, riservando diverse opportunità di crescita alle aziende italiane. Le 4 M sono alla base del cambiamento tecnologico, culturale e soprattutto dei nuovi processi d’acquisto: Multi-Screen, Multitasking, Multi-Channel e Mobility.

Interessante la visione di Noci sul neologismo “Internet of Things” (IoT, Internet delle cose, una visione evoluta della rete, interpretata come un luogo concreto, utile per accedere a informazioni aggregate e per acquisire un’intelligenza di gruppo): le persone svolgono un ruolo fondamentale nel mondo online e sono al centro di ogni processo applicativo e operativo. Pertanto, piuttosto che “Internet of Things”, sarebbe più corretto parlare di “Internet of People“.

Il prof. Luciano Lenzini ha ripercorso la storia di Internet, dal lancio dello Sputnik alla prima connessione Internet in Italia, realizzata dal Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (CNUCE) del CNR di Pisa.

Un po’ di campanilismo toscano ci vuole: ricordiamo che Pisa ha avuto un ruolo da protagonista durante l’avvio del primo nodo Internet in Italia.

Insieme a Barak Regev, Head della piattaforma Google Cloud, si è parlato di innovazione nella tecnologia Google: dai primi server al data center, gestito con cura, proprio come un organo del corpo umano.

Il segreto di Google? Un’infrastruttura condivisa.

Poi è il turno di Fabio Fregi, country manager di Google for Work per l’Italia, per raccontare quali sono i servizi e le tecnologie offerte da Google alle aziende.

I nuovi modelli di business possono fare affidamento sulla tecnologia per offrire un servizio migliore: Uber, Air B&B, Enjoy sono esempi di utilizzo intelligente della rete. Questi servizi hanno saputo rivoluzionare le abitudini degli utenti e, soprattutto, superare quelle aziende storiche che non hanno saputo innovarsi, sfruttando le opportunità del digitale, per affrontare il cambiamento tecnologico. Un esempio lampante è stato quello relativo a Kodak: una potenza nel mondo della pellicola e dello scatto analogico, ma quasi scomparsa dal mercato per l’incapacità di prevedere in tempo il cambiamento indotto dall’avvento del digitale.

È il turno di Paolo Vannuzzi e Piergiorgio De Campo, CEO e Presidente di Noovle Italia, che presentano l’azienda, condividendo valori e segreti utili a interpretare la tecnologia per trasformare un progetto in un caso di successo. Proprio così: è fondamentale saper adeguare gli asset aziendali, assecondando le abitudini degli utenti, perché non tutti sanno utilizzare la tecnologia.

Nel workshop del pomeriggio sulle “Technologies for Digital Marketing“, ho avuto la possibilità di ascoltare le testimonianze di importanti imprese, quali Condé Nast, HootSuite, Brightcove e Digimind, a proposito di come adattare l’innovazione tecnologica alle rispettive realtà aziendali.

Negli anni, con la diffusione del digitale, la fruizione dei contenuti è cambiata radicalmente, pertanto gli editori, come Condé Nast, hanno dovuto far fronte alla rivoluzione tecnologica, attivando piatteforme web capaci di integrare ad alto livello contenuti editoriali, video e social network.

La forza coinvolgente ed emotiva dei video rappresenta, oggi più di prima, un fondamentale vantaggio a livello marketing: i contenuti video permettono di aumentare il traffico organico al sito del 157%, il tempo di permanenza sul sito del 105% e, soprattutto, di raddoppiare le conversioni generali. Le tecnologie Brightcove hanno saputo sfruttare questi contenuti multimediali, creando una soluzione cloud per la gestione dei video multi-canale su diversi dispositivi connessi in rete.

Molto interessante l’intervento di Digimind a proposito del Social Media Listening: una panoramica sull’importanza di utilizzare la tecnologia per ascoltare la rete e identificare la brand reputation on-line. I social media influenzano le scelte commerciali degli utenti, quindi è molto importante sapere quanto e come si parla in rete del proprio brand. La costruzione delle reputation on-line richiede molto tempo, ma bastano pochi minuti per distruggerla. Per questo motivo, i budget aziendali dedicati ai social media sono in aumento.

Una giornata piena di spunti interessanti a proposito delle tendenze tecnologiche, a dimostrazione che alle aziende serve cambiare le regole del gioco per poter affrontare un futuro digitale in maniera consapevole, da protagonisti.

L’innovazione nasce dalla capacità di osservare ciò che accade con occhi nuovi.

 

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